Corte di cassazione – Sezione I penale – sentenza 10 giugno-11 novembre 2013 n. 45373. Se in libertà, potrebbe inquinare le prove e «reiterare» i reati di cui é accusato. Emilio Riva, 86 anni e agli arresti domiciliari dal 22 novembre dello scorso anno, ma la la Cassazione, con la sentenza 10 giugno-11 novembre 2013 n. 45373 ha rigettato i ricorsi presentati, avverso l’annullamento dell’ordinanza del tribunale della libertà di Taranto del 14dicembre dello scorso anno. Il gip Patrizia Todisco aveva infatti ottenuto gli arresti domiciliari per Emilio Riva e Capogrosso mentre aveva mandato in carcere Archinà con le accuse per associazioni per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la pubblica incolumità, tra i quali il danno ambientale, e delitti contro la pubblica amministrazione come corruzione, falsi e abuso di ufficio. «Il pericolo di recidiva – scrivono i giudici della Suprema corte – correttamente è stato ritenuto ulteriormente confermato per quel che riguarda gli indagati Emilio Riva e Luigi Capogrosso dai precedenti penali alle pendenze giudiziarie. A carico del Capogrosso risultano sette condanne definitive per violazione delle direttive Cee in materia di tutela della salute dei lavoratori e in materia di inquinamento dell’aria. A carico di Emilio Riva, oltre la pendenza di sei procedimenti per i reati di omicidio colposo, estorsione,turbata libertà dell’industria, deturpamento e inbrattamento, getto pericoloso di cose, risultano 2 condanne irrevocabili peri reati di getto pericoloso di cose e violenze privata. Si tratta di elementi tutt’altro che neutri ai fini della complessiva valutazione in esame». Per i giudici della prima sezione penale della cassazione il tribunale della Libertà di Taranto ha ritenuto correttamente «in pericolo di reiterazione non contraddetto né dalla circostanza che gli impianti sono stati sottoposti a sequestro preventivo né dal venire meno delle cariche degli indagati nella azienda». «Il tribunale – scrivono ancora i giudici della cassazione- ha dato atto che a fronte della imponente dimensione degli interessi implicati e delle gravissime conseguenze che deriverebbero agli indagati dall’affermazione di responsabilità il pericolo che il Riva e il Capogrosso facendo affidamento su una complessa rete di conoscenze a tutti i livelli, possano porre in essere iniziative tese ad avvicinare con finalità di subornare soggetti coinvolti é tutt’altro che astratto. A conferma di questa valutazione si é indicato non soltanto la vicenda relativa al consulente del pubblico ministero Liberti ma anche il contenuto di alcune conversazioni intercettate».
Caso Ilva: possibile inquinamento di prove in caso di libertà; Riva resta agli arresti domiciliari
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