Cassazione Civile Sez. III 5 maggio 2020 n. 8477: in sede civile, il giudice deve accertare nesso causale, conseguenze dannose ed entità del danno.
Una pronuncia risalente – Cass. Sez. U. 25 febbraio 2010 n. 4549 – affermò due principi: 1) per l’esistenza del diritto al risarcimento del danno può non bastare la condanna penale, in quanto non tutti i reati producono un danno; 2) la sentenza penale non può essere rimessa in discussione, nel relativo giudizio civile o amministrativo, quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, la sua illiceità penale e la sua commissione da parte del condannato.
Tuttavia, quando si afferma che l’esistenza del danno, nei cosiddetti reati di danno, è implicita nell’accertamento del “fatto-reato”, il riferimento, sulla base delle regole di diritto civile, è al danno evento, ma non anche al danno conseguenza, per il quale l’indagine da compiere è quella del nesso di causalità giuridica fra l’evento di danno e le sue conseguenze pregiudizievoli, ex art. 1223 cod. civ.). In relazione all’accertamento del danno conseguenza, sotto il profilo dell’esistenza del nesso di causalità, dell’esistenza e della quantificazione del danno, all’esito del giudicato penale, resta quindi ferma la competenza del giudice civile anche con riferimento all’ipotesi del reato cosiddetto di danno.
Pertanto, la sentenza del giudice penale che, accertando l’esistenza del reato, abbia altresì pronunciato condanna definitiva dell’imputato al risarcimento dei danni in favore della parte civile, demandandone la liquidazione ad un successivo e separato giudizio, spiega, in sede civile, effetto vincolante in ordine alla “declaratoria iuris” di generica condanna al risarcimento ed alle restituzioni, ferma restando la necessità dell’accertamento, in sede civile, della esistenza e della entità delle conseguenze pregiudizievoli derivate dal fatto individuato come “potenzialmente” dannoso e del nesso di derivazione causale tra questo e i pregiudizi lamentati dai danneggiati (così anche in Cass. 9 marzo 2018, n. 5660; 14 febbraio 2019, n. 4318).
Avv. Carmine Lattarulo ©
Il giudicato penale non esonera il giudice civile dall’accertamento del danno conseguenza
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