nsulti anonimi su facebook integrano la diffamazione: Corte di Cass. Civ. Sez. sezione I penale 16 novembre 2014 n. 16712. Gli insulti su facebook integrano la diffamazione anche se rivolti a persona di cui non viene fatto il nome. La vicenda attiene ad un maresciallo capo della Guardia di Finanza, precedentemente assolto, ma nuovamente processato da un giudizio di rinvio della Corte, a seguito di una frase “attualmente defenestrato a causa dell’arrivo di collega sommamente raccomandato e leccaculo…”. Infatti, la Corte di Appello lo aveva assolto per insussistenza del fatto, non avendo l’imputato indicato il nome del destinatario di tale insulto. Ma il procuratore generale militare proponeva ricorso evidenziando che la pubblicazione su facebook abbia determinato la conoscenza delle frasi offensive da parte di più “soggetti indeterminati iscritti al social network e che chiunque, collega o conoscente dell’imputato, avrebbe potuto individuare la persona offesa”. La Cassazione ha affermato che “il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico, ma la consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell’altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza anche soltanto di due persone”. Ha inoltre rilevato che le caratteristiche del social forum consentono di facilmente individuare il destinatario dell’insulto.
Carmine Lattarulo