Cassazione Civile Sezione II 31 ottobre 2014 n. 23284. La Suprema Corte aveva già emesso un principio di carattere generale, nell’ampio istituto della relavatio ab oneri probandi, secondo il quale la quantificazione della somma, dettagliatamente svolta dal dannegggiato, è prova qualora la controparte non la contesti specificamente (Cass. Civ. Sez. III 10 marzo 2011 n. 5690). Il medesimo principio viene ribadito in tema di competenze stragiudiziali: i rilievi troppo generici non scalfiscono il valore presuntivo del documento contabile rispetto alle attività indicate e al valore della lite rispetto al quale risulta calcolato il compenso dell’avvocato. “La parcella del difensore, ove genericamente contestata, costituisce fonte presuntiva sia del valore della lite il relazione alla quale il compenso preteso, rigardando la stessa lo svolgimentodi prestazioni comprovate da atti processuali o intimamente connesse a tali atti, sicchè le contestazioni non possono che riguardare specificamente le singole voci esposte, che, in caso contrario, debbono ritenersi provate nel loro fondamento di fatto”. La Corte di Cassazione richiama un remoto arresto (Cassazione civile, sez. II, 23/07/1979, n. 4409), secondo il quale “la parcella del difensore relativa a prestazioni giudiziali è fonte di prova presuntiva sia delle attività indicate, sia del valore della lite in relazione alla quale il compenso è preteso, riguardando lo svolgimento di prestazioni che o sono comprovate da atti processuali verificabili dal cliente, o sono intimamente connesse a tali atti, ed essendo compilata in base a previsioni obbligatorie delle tariffe professionali in ordine sia alla specificazione delle singole prestazioni sia alla misura dei compensi dovuti. Pertanto, poiché la parcella è assimilabile a un rendiconto, in relazione al quale le contestazioni non possono essere generiche, ma devono riguardare specificamente le singole voci esposte, solo in caso di specifica contestazione sorge l’onere del professionista di fornire una più appropriata dimostrazione delle sue pretese, le quali, in caso contrario, devono ritenersi provate nel loro fondamento di fatto”.
Avv. Carmine Lattarulo