Corte di cassazione – Sezione III penale – Sentenza 11 settembre 2001 n. 37324.
Tentata violenza privata continuata da parte della madre che minaccia il figlio di separarlo dalla nonna materna se non ritira la querela fatta contro di lei dal padre poi defunto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza 37324/2013. La Suprema corte ricorda che “il minore ha subìto, da parte della madre, una forte pressione, rivolta a costringerlo a rimettere la querela presentata, contro di lei, dal padre, prima di morire. Pressione esercitata con la minaccia di separarlo dalla nonna paterna, con cui il ragazzo conviveva dalla morte del padre (2003) e con cui aveva stabilito un significativo rapporto affettivo; insieme alla quale aveva ritrovato uno spazio dl vita funzionale alla sua serenità”. “E ciò – conclude la sentenza – è stato fatto dall’imputata non per migliorare la condizione del minore o per recuperare il rapporto con lui, ma per ottenere comportamenti che soddisfacevano li suo esclusivo interesse personale (contrastante con quello del figlio). Logica e coerente, oltre che giuridicamente corretta, è, pertanto, la conclusione cui è pervenuta la Corte d’appello, secondo cui la vicenda va ricondotta alla fattispecie di cui agli artt. 56- 610 cod. pen., sotto forma dl tentativo non andato in porto”.